Venezia 81 | Baby Invasion prosegue la sperimentazione post-filmica di Harmony Korine
Il tentativo, dichiarato, di Harmony Korine, è quello di ipotizzare ciò viene dopo il cinema.
Il tentativo, dichiarato, di Harmony Korine, è quello di ipotizzare ciò viene dopo il cinema.
A Venezia, in occasione della Mostra del Cinema, abbiamo avuto modo di intervistare Rodrigo Sorogoyen, uno dei registi fondamentali per capire il cinema europeo contemporaneo.
Joker: Folie à deux, a differenza del primo capitolo, è un film molto più consapevole del messaggio che vuole veicolare, meno invece sul piano cinematografico.
The Brutalist, il terzo film di Brady Corbet, è un ambiziosissimo film che parla di traumi personali (e storici) attraverso l’architettura.
The Room Next Door, primo lungometraggio in lingua inglese del regista spagnolo, è un dramma stilizzato sull’avventura terminale di due amiche.
Con Queer, Luca Guadagnino giunge alla narrazione senile, mettendo in scena un uomo «disintegrato, disperatamente bisognoso di contatto, del tutto insicuro di sé e dei propri obiettivi».
Thomas Vinterberg, con la sua prima serie televisiva, ridisegna la geopolitica delle migrazioni, a cominciare da uno spunto audace.
Se c’è una cosa chiarissima in questo sequel di Beetlejuice è che i maschi sono tra le categorie di esseri umani più spregevoli al mondo.
Questo settimo film di Alien, ri-fondativo fin dal suo titolo, segue il modello ironicamente “goddardiano” di Quella casa nel bosco e di quella operazione “Monsters Unleashed”.
Trap è, ovviamente, come sempre nel cinema di Shyamalan, un film che fa dello sguardo il suo meccanismo principale.