Quello della “home invasion” è il sottogenere del cinema horror che più di altri si è aggiornato mutando forme e codici. Un autore celebrato come Aronofsky se n’è recentemente appropriato per cambiarne le regole e trasformarlo da “gimmick” di serie-B in una storia allegorica sulla prepotenza della razza umana nei confronti del pianeta che la ospita. Ma basta pensare ad alcuni degli horror più significativi degli ultimi anni per capire il ruolo fondamentale di questo genere nella evoluzione del cinema di paura: non solo You’re Next di Wingard, oppure i più recenti Don’t Breathe ed Hush, passando per Quella casa nel bosco, ma anche un “instant-cult” come À l'intérieur di Alexandre Bustillo e Julien Maury (che Miguel Ángel Vivas nel suo remake del 2016 ha persino spogliato dei suoi elementi onirici per renderlo una pura “home invasion” anni ’70). Non è poi un caso che uno degli horror più famosi ed apprezzati sul tema natalizio, Black Christmas, sia proprio un proto-slasher ambientato in una casa.

Per questo Natale non possiamo quindi esimerci dal consigliare il nuovissimo Better Watch Out che, come avrete capito, è un piccolissimo lavoro low-budget che appartiene proprio a questa categoria del cinema horror, condito con dosi massicce di black humour ed una perfidia inedita nel descrivere dei personaggi giovanissimi quanto perversi e morbosi.

Come sempre avviene in questa tipologia di film, i primi trenta minuti seguono pedissequamente ogni cliché del genere, facendo credere a chi guarda di sapere già dove si andrà a parare, per poi inserire un colpo di scena in grado non solo di smuovere la narrazione ma anche di dare un senso diverso all’operazione (per questo vi sconsigliamo vivamente di guardare il trailer). Il tema delle “scream queen” è stato già in diverse occasioni al centro di analisi metacinematografiche sul non-ruolo delle donne nel cinema horror. Better Watch Out compie ancora un passo in avanti e, con la sua storia di sadismo e perversione, descrive con ferocia e lucidità di pensiero le ossessioni sessuali di teenager che a quindici anni tendono già ad emulare il viscido maschilismo della generazione dei loro padri. In questo senso le immancabili citazioni ai classici natalizi come Mamma ho perso l’aereo assumono un significato completamente diverso da quello nostalgico e servono per meglio delineare le devianze dei propri personaggi ed il contesto culturale nelle quali queste si sono poi aggravate.

Better Watch Out comincia come se fosse un film di John Hughes ed avvicinandosi alla conclusione si capisce come il lavoro di Peckover non sia poi così distante dai classici “coming of age”. Perché la giovane Ashley non tradisce per un secondo il suo codice morale, né svende la sua dignità in cambio di una facile soluzione al proprio problema, dimostrando la necessità di una consapevolezza femminile in una società dove dominano ancora i maschi ed il compromesso è sempre la scorciatoia più facile che le donne possono scegliere per giungere velocemente al traguardo desiderato.

“Are you f***ing Homealoning him ?”

― Garrett (Ed Oxenbould)

Facendo questo Chris Peckover non sacrifica il divertimento ma costruisce un piccolo gioiello di tensione, confezionato in uno scrigno di trovate dissacranti. I tre giovani protagonisti sorprendono con delle interpretazioni calibrate benissimo, che confermano la grande abilità di Olivia DeJonge ed Ed Oxenbould, che avevano già dimostrato la loro bravura nel The Visit di M. Night Shyamalan, e del crudele Levi Miller, che con lo sguardo folle del Bateman di American Psycho si cimenta persino in spaventose mosse di ballo che sembrano quelle di Tom Cruise in Risky Business.

Dopo Sean Byrne (The Loved Ones), Greg McLean (Wolf Creek) e Jennifer Kent (Babadook), anche Chris Peckover sta lì a dimostrare che gli australiani, quando si parla di horror, non sono secondi a nessuno. Buon Natale !