Cosa è la noia?
Risponde Franca Valeri, 100 anni a luglio, omaggiata del David di Donatello Speciale 2020, che le sarà consegnato il prossimo 8 maggio: “La noia è il vizio di un secolo che ha smarrito l’interesse, abitato da una folla di persone convinte di conoscersi anche quando è evidente che quello è l’ultimo scopo delle loro relazioni”. Le più comuni modalità di evasione hanno assunto, secondo la Valeri, una forma, per lo più volgare, alla quale tutti si rassegnano, pensando che “lasciarsi andare sia sempre una soluzione”. Per questo siamo circondati da finti allegri, affetti da una “dolorosa stitichezza mentale”: il progresso fornisce sempre più metodi per soddisfare la volontà di distrazione e il desiderio di allettanti evasioni, ma non per questo la noia svanisce. Ogni volta che i “benedetti giovani” le chiedono un consiglio, risponde: “Ti dirò una cosa che forse troverai scomoda. Devi sapere cosa vuoi”. Ma non è più chiaro come ci si vorrebbe realizzare e proprio questo disorientamento costringe a sogni noiosi.
Anche l’amore non è immune dalla noia: “Molto spesso ci troviamo ad amare delle persone canonicamente noiose senza accorgercene. Ma né gli uomini né le donne sono inclini a riconoscere le scelte sbagliate che hanno sornionamente generato i loro amori”. Lei, invece, “pur amando il genere maschile”, ha avuto solo due uomini in cento anni di vita. “Avere un uomo significa saperci convivere”, spiega. Le “passeggiate sui viali”, per quanto piacevoli, non contano: “I rapporti amorosi sono basati molto sul pensiero. È meglio, se posso dare un suggerimento, scegliere in profondità, non fermarsi in superficie”.
Del secolo in corso Franca Valeri elogia il “compagno” e la “compagna”. Non l’amante. Quella del compagno è una figura nuova, che prima non esisteva. Se il termine “amante” fa prevedere un rapporto più che altro amoroso, il termine “compagno” tiene conto anche di un altro elemento: la stima. “Molto più rara tra gli esseri umani dell’amore”. Per questo il compagno, contrariamente all’amante, è molto più doloroso da eliminare. Una “figura complessa” difficile da rappresentare, a teatro come al cinema, fermi ancora alla semplificazione ottocentesca.
Ma alla noia, nella vita, nel lavoro e nell’amore, la Valeri, affianca un altro concetto, che è quello della fatica. “Una vita che non costa un po’ di fatica non è mai stata divertente”, dice. La fatica non è sofferenza, ma l’impegno nel far funzionare le cose, il coinvolgimento anche stancante negli affetti, la dedizione in ciò che ci riguarda. La fatica è ingegno, invenzione. La fatica è amore. “Il mondo era più bello quando ce n’era molta”.
Le citazioni sono tratte da Il Secolo della Noia, Einaudi, 2019.
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