 
                Cannes 77 | Sean Baker firma il suo film migliore (e più comico) con Anora
In Anora succede ben poco, ma questo pochissimo diventa materiale infinito nelle mani di un ritrattista generoso come Sean Baker.
 
                In Anora succede ben poco, ma questo pochissimo diventa materiale infinito nelle mani di un ritrattista generoso come Sean Baker.
Parthenope rientra di diritto in quel sottofilone “esistenzialista” della filmografia di Paolo Sorrentino che, con quest’ultimo capitolo, potremmo racchiudere in un ideale trittico con This must be the place e Youth.
Le cinéma est un cimetière vivant», diceva Alain Resnais. E allora The Shrouds di David Cronenberg è davvero un film sulla morte, quindi un film sul cinema.
Coralie Fargeat torna a raccontare la storia di un corpo che cambia, si spoglia, si sporca, viene ferito, spezzato, lacerato, si modifica di pari passo al nostro modo di guardarlo.
Sarebbe impossibile definire “nuovo” questo ennesimo film di Jia Zhangke basato sul materiale mai utilizzato di altri suoi film precedenti: opera sommativa quanto eterogenea.
Emilia Pérez è il punto finale di quella transizione di genere che Jacques Audiard, famoso per le sue storie cupe, durissime e maschili, ha operato sul suo cinema negli ultimi anni.
Dopo la trilogia bressoniana sulla redenzione composta da First Reformed, The Card Counter e Master Gardener, stavolta Paul Schrader sembra voler abbandonare qualsiasi tipo di misticismo per “secolarizzare” il suo cinema.
Dopo il successo di Poor Things, Yorgos Lanthimos si ricongiunge nuovamente con il suo storico sceneggiatore Efthymis Filippou in Kinds of Kindness.
Coppola ha finalmente presentato al pubblico il suo nuovo Megalopolis, film-cattedrale, ma con i mattoni a vista, progetto monumentale già pericolante, di cui si vociferava fin dagli anni ’80.
Quella di Furiosa è una finta origin-story. Il suo personaggio rimane ostinatamente unidimensionale, ancora più keatoniano per come si muove in silenzio in questa apocalisse di camion e muscle car.