Cannes 74 | Drive My Car è la sintesi perfetta del cinema dialogico di Hamaguchi
Individuata l’automobile come luogo confessionale, il film acquisisce una direzione e Drive My Car si trasforma in un sorprendente road movie da fermi.
Individuata l’automobile come luogo confessionale, il film acquisisce una direzione e Drive My Car si trasforma in un sorprendente road movie da fermi.
Il sontuoso dramma storico di Ridley Scott offre 152 minuti di tensione dialettica, un lunghissimo tira e molla tra l’epica sincera e la sua revisione ammiccante.
Inu-Oh riesce ad utilizzare la musica e l’evoluzione di uno specifico genere per raccontare i cambiamenti di un popolo e il mutamento della sensibilità nazionale.
L’America Latina dei fratelli D’Innocenzo è un luogo immaginario, antinomia tra ciò vorrebbe essere (America) e la palude, solo parzialmente bonificata, che è davvero (Latina).
Natasha Merkulova e Aleksey Chupov con Kapitan Volkonogov Bezhal mettono in scena un film febbrile con un uomo in fuga per le vie di Leningrado.
Competencia Oficial, nuovo film della coppia composta da Mariano Cohn e Gastón Duprat, è una commedia di grande sofisticazione cinematografica - l’ennesima firmata da loro - in cui due divi agli antipodi e una regista molto esigente, star del cinema d’autore, sono ingaggiati per realizzare un lungometraggio da
Per il suo film più esplicitamente biografico Paolo Sorrentino decide di consegnare allo spettatore un film tutto in potenza, teso verso una narrazione che comincia davvero solo dopo il finale.
Nel nuovo film di Almodóvar, Madres Paralelas, il passato è costantemente indagato attraverso l’utilizzo di sonde e strumenti di rilevazione: dai tamponi rinofaringei utili a scoprire i reali genitori di un bambino, fino ai metal detector utilizzati per individuare le aree del terreno in cui scavare per esumare ciò
Bellocchio è un indagatore del trauma che cerca di restituire allo spettatore una immagine mancante nella foto di gruppo famigliare.
Titane non corrisponde alla banale idea che tutti hanno della Palma d’oro: quella del grande film umanista diretto da un cineasta già ampiamente riconosciuto da decenni.